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Comunità Energetiche Rinnovabili

Il 6 dicembre 2023 il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha firmato e trasmesso alla Corte dei Conti il decreto di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Nei giorni scorsi era giunto il “via libera” della Commissione europea al provvedimento italiano, costituito da due misure che puntano alla diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio: un contributo a fondo perduto e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa.

Tramite comunicato pubblicato online il 22 novembre 2023, la Commissione Europea ha dichiarato di aver approvato – previa verifica, ai sensi dell'art. 107, par. 3, lett. c) del TFUE, della compatibilità con il mercato interno degli aiuti di Stato destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività economiche e sulla base della disciplina europea in materia di aiuti di Stato a favore della tutela dell'ambiente e dell'energia 2022[1] – il Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) finalizzato a disciplinare, tra l'altro, le modalità di incentivazione dell'energia elettrica prodotta da impianti FER (Fonti Energia Rinnovabile) e condivisa nell’ambito di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)[2].

Il Decreto in parola punta all'attuazione di quanto disposto all'art. 8 del d.lg. n. 199/2021 – che ha recepito la Direttiva UE 2018/2021 (cd. Direttiva Red II) – ove è stato demandato al MASE il compito di aggiornare i meccanismi di incentivazione per gli impianti FER inseriti in configurazioni di autoconsumo collettivo o in CER di potenza non superiore a 1 MW, sulla base di una serie di criteri direttivi espressamente definiti nel citato d.lg. n. 199/2021.

Si tratta di un meccanismo di incentivazione, quello stabilito nel Decreto – e ora approvato dalla Commissione Europea –, che prevede l'erogazione di 5,7 miliardi di Euro, con l'obiettivo di incentivare la diffusione di forme, come pure le CER, di produzione e autoconsumo collettivo di energia da fonti rinnovabili, sostenendo la costruzione di nuovi impianti e l'espansione di quelli esistenti di potenza massima fino a 1 MW.

Con il Decreto attuativo sono previste due misure incentivanti:

  • una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa (cfr. Titolo II del Decreto), per la quale è prevista una dotazione complessiva di 3,5 miliardi di Euro, finanziata attraverso il prelievo sulla bolletta elettrica dei consumatori, che si applica fino al trentesimo giorno successivo alla data del raggiungimento di un contingente di potenza incentivata pari a 5 Gigawatt, e comunque non oltre il 31 dicembre 2027;
  • un contributo a fondo perduto (cfr. Titolo III del Decreto), con dotazione pari a 2,2 miliardi di Euro finanziati attraverso fondi europei derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – come perimetrati originariamente dall'art. 14, co. 1, lett. e), del d.lg. n. 199/2021 nell'ambito della Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 "Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo" –, e con l'obiettivo di installare una potenza complessiva pari ad almeno 2 Gigawatt fino al 30 giugno 2026 e di produrre indicativamente almeno 2.500 GWh/anno.

Per ciò che concerne la misura relativa alla tariffa incentivante, applicabile agli impianti FER inseriti nelle CER ma anche in altri sistemi di autoconsumo collettivo o individuale (cfr. art. 3 del Decreto), essa si compone di (a) una parte fissa, che varia in funzione della taglia dell'impianto, e (b) una parte variabile, in funzione del prezzo di mercato dell'energia. A ciò si aggiunge una maggiorazione tariffaria legata alla localizzazione geografica dell’impianto (4€/MWh in più per le Regioni del Centro e 10€/MWh in più per quelle del Nord).
Per accedere alla tariffa incentivante i soggetti interessati dovranno presentare domanda al GSE entro 120 giorni successivi alla data di entrata in esercizio degli impianti.

I beneficiari del contributo sono le CER – nonché i sistemi di autoconsumo collettivo da FER – "ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti". Detto contributo, inoltre, copre fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Il costo di investimento massimo di riferimento per l'erogazione del contributo a fondo perduto è di 1.500 €/kW per impianti fino a 20 kW, di 1.200 €/kW per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW e di 1.050 €/kW per impianti di potenza superiore a 200 kW e fino a 1.000 kW.

Per accedere alla misura, la CER deve risultare già costituita alla data di presentazione della domanda di accesso al contributo e i lavori devono essere avviati solo successivamente a tale data. Inoltre, ove richiesto, la CER deve essere in possesso sia del titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto che del preventivo di connessione alla rete elettrica accettato in via definitiva. In aggiunta, gli impianti ammessi al contributo devono entrare in esercizio entro diciotto mesi dalla data di presentazione della richiesta (e comunque non oltre il 30 giugno 2026).

In termini generali, è da precisare poi come le due misure sopra descritte (tariffa incentivante e contributo a fondo perduto) siano cumulabili, tenendo tuttavia conto che la tariffa incentivante, in caso di cumulo, non può superare la misura massima del 40 per cento del contributo a fondo perduto, e ciò "nel rispetto del principio di divieto di doppio finanziamento di cui all'art. 9 del Reg. (UE) 241/2021" (cfr. art. 6, co. 1 del Decreto), dovendosi peraltro applicare, in tal caso, la riduzione dell'incentivo secondo le modalità previste all'Allegato 1 al Decreto.

I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.

Per accedere alle agevolazioni sarà, innanzitutto, necessario individuare sia un'area dove realizzare l'impianto, che altri utenti con cui associarsi, i quali devono essere connessi alla medesima cabina primaria. Dopodiché bisognerà creare la CER con un proprio Statuto o un atto costitutivo che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Facoltativamente si può verificare, in via preliminare, con il GSE, se il progetto può essere ammesso all'incentivo. Solo una volta ottenuta l'autorizzazione a installare e connettere l'impianto alla rete per renderlo operativo si potrà chiedere definitivamente l'incentivo al GSE.