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Perché l’aumento dei prezzi delle rinnovabili non è necessariamente una cattiva notizia

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Privilegiare le fonti rinnovabili rispetto a quelle fossili rappresenta per le aziende una delle azioni principali in grado di rendere la propria attività più sostenibile.
Oltre a una questione “di coscienza” interna alle singole organizzazioni, una maggiore esigenza di sostenibilità si è resa inevitabile a causa della necessità di redigere bilanci tematici e produrre certificazioni relative all’impatto dell’attività aziendale e alle strategie di compensazione messe in atto.
Senza contare il fatto che rifornirsi da fonti rinnovabili può diventare anche conveniente grazie alle agevolazioni previste dal sistema fiscale.
In un contesto così delineato, tuttavia, i prezzi delle fonti rinnovabili sono in aumento.

“Questo aumento – spiega Lucia Trevisani, Marketing Manager in Repower Italia – è dovuto a una serie di fattori: lo shock energetico dello scorso anno, sebbene in parte sia rientrato, ha comunque modificato le politiche dei prezzi in modo abbastanza stabile.
In secondo luogo, il mercato delle rinnovabili non riesce a tenere il passo della domanda, sempre crescente, determinando così un incremento del valore di questo bene. E poi ci sono i fattori ambientali: la siccità degli ultimi tempi ha fatto innalzare il costo dell’energia idroelettrica e questo aumento ricade in parte anche sulle altre rinnovabili come solare ed eolico”.

Uno scenario che rischia di mettere in crisi la transizione energetica? “Sicuramente uno scenario complesso che, fortunatamente, presenta le caratteristiche della congiuntura, più che della struttura. È verosimile che, nel giro di pochi anni, il mercato delle rinnovabili riesca a strutturarsi in modo più efficiente, riuscendo a soddisfare la crescente domanda a livello globale. In seguito a una normalizzazione di questo tipo, è ragionevole pensare che anche i prezzi si assesteranno su valori più accessibili”, conclude Trevisani.