Con la Delibera 31 maggio 2022 n. 232/2022/R/eel “Disposizioni in materia di regolazione tariffaria dell’energia reattiva sulle reti elettriche in media e in bassa tensione e relativa informazione ai clienti finali“, l’ARERA, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha modificato l’applicazione dei corrispettivi alle immissioni in rete di energia reattiva.
In particolare, con decorrenza 1° aprile 2023, ai clienti non domestici in media tensione e ai clienti non domestici in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 16,5 kW, si applicheranno corrispettivi unitari anche alle immissioni di energia reattiva in fascia F3.
I corrispettivi avranno valore pari a quelli applicati alle sole fasce F1 e F2 e relativi ai prelievi di energia reattiva da parte dei clienti finali al medesimo livello di tensione, eccedenti il 75% dell’energia attiva.
[nella tabella vengono mostrati i corrispettivi per Energia Reattiva applicati negli ultimi tre anni nelle fasce F1 e F2]
I corrispettivi saranno applicati all’energia reattiva immessa in rete soltanto durante le ore della fascia F3 (nei giorni dal lunedì al sabato, dalle ore 23.00 alle ore 07.00, nei giorni di domenica e festivi tutte le ore della giornata) senza alcuna soglia di cosfi (cos φ).
Il corrispettivo applicato (se non modificato nei prossimi mesi) sarà pari a:
Utenze in Bassa Tensione = 0,01024 €/kVarh.
Utenze in Media Tensione = 0,00350 €/kVarh
Vediamo di capire insieme, analizzando alcune semplici domande, come procedere.
Che cos'è l'energia reattiva?
L'energia reattiva è un'energia che viene assorbita dalle macchine elettriche, ma che non viene effettivamente impiegata per produrre lavoro utile (calore, forza, movimento).
Questa energia è collegata al campo elettromagnetico necessario alla macchina per poter funzionare. Per comprendere meglio possiamo immaginare che l'energia reattiva si scambia continuamente tra il carico e il generatore, scorrendo avanti e indietro sulla rete ma senza essere realmente consumata.
Perché si paga l'energia reattiva in bolletta?
L'energia reattiva non viene consumata dal cliente finale, ma allora perché si deve pagare una penale per questa energia non utilizzata?
Anche se non consumata, questa energia viene comunque trasportata sulla rete nazionale producendo delle perdite sulle linee di distribuzione.
Il costo del trasporto dell'energia elettrica è maggiore se l'energia reattiva assorbita è elevata.
L'energia reattiva, dunque, è legata allo sfasamento tra la tensione e la corrente elettrica che teoricamente dovrebbe essere minimo; questa energia è necessaria per il funzionamento stesso dei motori e non può mai essere eliminata completamente, tuttavia si può limitare con degli accorgimenti.
L'operazione che si attua per ridurre l'energia reattiva si chiama appunto rifasamento.
Un impianto che assorbe molta energia reattiva richiede più corrente di quanta ne richiederebbe se fosse correttamente rifasato; per questo motivo l'energia reattiva produce un danno economico e quindi è indesiderata dal distributore.
Si può calcolare l'energia reattiva?
Quando la potenza impegnata è elevata, il contatore elettronico trifase è in grado di misurare il consumo sia dell'energia reattiva che di quella attiva.
Il display dei moderni contatori elettronici consente, infatti, di visualizzare entrambi i valori, suddivisi in genere nelle fasce orarie.
Nella maggior parte dei modelli di contatori installati l'energia reattiva viene indicata con la sigla R e misurata in kvarh, a differenza dell'attiva visualizzata con la letttera A:
- R1 energia reattiva misurata nella fascia oraria F1;
- R2 nella fascia F2;
- R3 nella fascia F3.
E' possibile eliminare l'energia reattiva?
Come abbiamo visto sopra, non è possibile eliminare totalmente l'energia reattiva, in quanto è parte stessa della componente energia.
Ciò che possiamo e dobbiamo fare, invece, è ridurre l'energia reattiva assorbita.
Per diminuire l'energia reattiva assorbita dell'impianto, lo sfasamento tra la tensione e la corrente elettrica deve essere il minimo possibile.
Questo corrisponde ad avere un fattore di potenza più elevato possibile.
Per questo motivo l'operazione necessaria per diminuire il consumo di energia reattiva è chiamata rifasamento.
Rifasamento: Energia Reattiva e fattore di potenza
Dal punto di vista tecnico, lo sfasamento è indicato con il fattore di potenza, anche chiamato cos φ.
In condizioni ottimali il fattore dovrebbe tendere a uno, che corrisponde al valore massimo rilevato quando corrente e tensione risultano in fase.
Il prelievo di energia reattiva pari al 33% dell'attiva corrisponde a un cos φ di 0,95.
Se il fattore di potenza è inferiore a questo valore, si paga la penale per ogni kvarh prelevato in più rispetto al limite imposto.
Se l'energia reattiva è pari al 75% dell'attiva, il cos φ è minore di 0,8 e la penale applicata risulta maggiore.
Il calcolo del fattore di potenza è fondamentale per poter rifasare l'impianto elettrico e risparmiare in bolletta: con il rifasamento, quindi, si tende ad avere un fattore di potenza più alto possibile.
L'intervento necessita di precisi calcoli tecnici e deve essere progettato da un elettricista esperto per evitare spiacevoli incovenienti.
Con un impianto correttamente rifasato pagheremo solo l'energia effettivamente utilizzata.
Il rifasamento, inoltre, comporta anche molti altri benefici: diminuzione delle perdite di energia per riscaldamento dei cavi, maggiore potenzialità dell'impianto e un minore riscaldamento del trasformatore.